Come si può recuperare l’acqua piovana?

Le acque meteoriche sono una risorsa utilizzabile localmente con l’impiego di sistemi semplici: una superficie captante, un serbatoio, un filtro ed un sistema di pompaggio
La pioggia è raccolta, generalmente, attraverso la superficie delle coperture convogliando l’acqua concentrata dai pluviali in un serbatoio. Da qui, mediante il sistema di pompaggio, il fluido arriva alle utenze per gli usi previsti. Gli apparecchi finali sono sempre dotati di una doppia rete di adduzione in modo da poter attingere dal normale impianto di distribuzione in caso di necessità.
Il sistema di filtraggio deve garantire una buona qualità dell’acqua disponibile. Il suo compito principale è di trattenere il materiale di sedimentazione che altrimenti, entrando nella rete di distribuzione, potrebbe intasare le condotte ed il sistema di pompaggio. Solo in casi particolari, come zone ad elevato inquinamento atmosferico, acqua raccolta da piazzali ecc. ed in funzione della tipologia di utilizzo, può essere necessario ricorrere a veri sistemi di trattamento.
Un impianto per il riutilizzo dell’acqua piovana dovrebbe assicurare una sufficiente disponibilità della risorsa relativamente alla domanda giornaliera nei vari periodi dell’anno, considerando anche il regime di piovosità del luogo. Indicativamente, per una casa unifamiliare, il serbatoio ha una capacità che varia da 1800 ai 5000 litri.
In ambito residenziale gli impieghi che si prestano al riutilizzo dell’acqua meteorica sono in modo particolare i consumi per le pulizie ed il bucato, l’irrigazione e gli scarichi sanitari.
Più in generale queste acque sono utilizzabili anche per il lavaggio di aree pavimentate, negli autolavaggi, nelle reti antincendio e per usi tecnologici.

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