La certificazione energetica nazionale

L’introduzione in Italia di un sistema nazionale per la valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici, finalizzato alla riduzione dei consumi nel campo immobiliare, è stato un processo lungo e complesso. Le prime norme in materia di contenimento dei consumi risalgono agli anni ’90. Solo nel 2009 però è stato introdotto un sistema nazionale di certificazione degli edifici che in parte non è ancora completo.
Manca, infatti, la parte della normativa che definisce le competenze ed i criteri di riconoscimento dei soggetti che possono redigere un certificato energetico.
Nonostante ciò il sistema è comunque pienamente attivo da oltre un anno.

Caratteristiche della certificazione nazionale.
Il sistema introdotto in Italia vuole fornire delle informazioni sulla qualità energetica degli immobili utilizzando strumenti semplici e di facile comprensione per facilitare i consumatori nella valutazione della convenienza economica a realizzare interventi di riqualificazione energetica e nella scelta degli acquisti e delle locazioni di immobili. In questo modo il sistema di certificazione vuole orientare il mercato verso edifici con migliori prestazioni energetiche.
La certificazione si basa su quattro caratteristiche elencate di seguito.

Delle modalità di calcolo comuni. Il certificato energetico riporta i risultati di un calcolo termico che prende in considerazione le caratteristiche geometriche dell’edifico, la sua localizzazione, le prestazioni degli impianti e le caratteristiche termiche dell’involucro dell’edificio: pareti, copertura, solai, serramenti. Le modalità di esecuzione di tale calcolo sono normate e quindi, in sostanza, standardizzate. Il calcolo è realizzato da tecnici con l’ausilio di software. A differenza di quanto avviene in altri paesi della comunità europea in cui si è scelto di utilizzare un unico software di riferimento nazionale, in Italia si è optato per lasciare libera scelta nell’uso degli strumenti di calcolo, i quali però devono comunque soddisfare a certe caratteristiche.

Il soggetto certificatore. Il certificato è rilasciato da un certificatore. Al momento non sono stati ancora definiti i requisiti specifici che permettono ad un tecnico del processo edilizio di potersi definire certificatore. Di conseguenza, al momento, un qualunque tecnico, iscritto ad un albo professionale, con competenze specifiche può redigere il certificato energetico.

Una metodologia di classificazione. Il certificato energetico deve permettere ai consumatori di valutare la prestazione energetica dell’edificio e potere condurre dei confronti. Esistono diversi sistemi di classificazione energetica degli edifici che possono contenere anche aspetti di sostenibilità ambientali più ampi di quella strettamente energetica. Per favorire una valutazione globale del patrimonio edilizio nazionale, la normativa nazionale definisce un sistema di classificazione comune.

Una procedura di certificazione. Il certificato energetico non è inteso come mero atto amministrativo. Il rilascio del certificato è l’ultimo momento di un procedimento più ampio che sia anche una indagine diagnostica sugli edifici esistenti e sui progetti di nuovi fabbricati, finalizzata ad individuare la prestazione energetica dell’immobile e determinare gli interventi più adatti per il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio stesso.

Alcune regioni hanno anticipato, però, la normativa nazionale e, già prima dell’entrata in vigore del sistema nazionale, avevano messo a punto un proprio sistema di certificazione. In queste regioni posso esistere, quindi delle situazioni differenti. Generalmente si distinguono perché il soggetto certificatore è iscritto in appositi albi ed ha seguito un percorso di qualificazione professionalmente, il calcolo termico avviene utilizzando un software di calcolo specifico. In alcuni casi sono obbligatori verifiche e controlli da parte di apposite agenzie pubbliche.

Che informazioni possiamo ricavare da un certificato energetico.
Il certificato energetico è in sostanza una stima del fabbisogno energetico di un edificio. I valori riportati non sono quindi da confondere con i consumi per almeno due motivi. Si tratta, come detto, di una stima sulla quale incide moltissimo il comportamento dell’utente. Inoltre l’energia presa in considerazione nel calcolo, l’energia stimata, non è quella misurata al contattore.
Gli stili di vita, le abitudini e gli orari giornalieri possono cambiare considerevolmente da persona a persona e questo incide molto sui consumi finali e quindi il fabbisogno di energia di un edifico, stimato nel calcolo termico, può scostarsi in varia misura dai consumi reali.
Inoltre, anche l’energia non è tutta uguale. Nelle nostre case utilizziamo sostanzialmente energia termica ed energia elettrica. L’energia termica si usa per scaldare: riscaldamento, acqua calda, cottura ecc. L’energia elettrica si usa per illuminare, ma anche per produrre energia termica, ossia calore. Così come può avvenire nelle abitazioni, dove usiamo energia elettrica o gas per produrre calore, ossia usiamo una fonte di energia per ottenere una energia in forma diverse, tutta l’energia che arriva nelle nostre case è stata prodotta e trasportata fino a noi consumando altra energia. Il certificato energetico stima questo insieme di energia riportando le diverse forme di energia ad una unità di misura comune.)
Il certificato stima l’energia primaria, ossia anche l’energia che è stata consumata a monte della nostra abitazione per produrre e trasportare fino a noi l’energia effettivamente consumata.

La stima riportata nel certificato, inoltre è una stima parziale. I certificati redatti secondo le Linee Guida Nazionali prendono in considerazione esclusivamente il fabbisogno di energia per il riscaldamento degli ambienti e la produzione di acqua calda. Dal calcolo è, quindi, esclusa l’energia necessaria per illuminare o fare funzionare gli elettrodomestici.
Nel certificato è, invece, riportata l’energia necessaria per il raffrescamento estivo, che però è mantenuta separata. Le due grandezze, ossia l’energia per il riscaldamento e per il raffrescamento, non vengono quindi sommate. La prestazione estiva dell’edificio è valutata e misurata con una scala di valori differente e ad essa è attribuita, in genere, meno enfasi, come si trattasse di una prestazione secondaria dell’edificio.
Nelle comunicazioni pubblicitarie, infatti, gli edifici sono associati alla classe energetica (A, B, A+ ecc.), che misura esclusivamente le prestazioni per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sanitaria. In realtà la prestazione estiva ha uguale importanza e anche questa dovrebbe guidare il consumatore nel confronto delle prestazioni complessive dell’edificio. Da essa dipendono i consumi per il raffrescamento nei mesi estivi che assumono una crescente importanza nei bilanci energetici degli immobili.

Le stime restituite dal calcolo sono la base per classificare l’edificio.
L’ edificio sarà allora in classe: A, B, C, D ecc. fino alla G. Questa classe, come detto, misura solo la prestazione per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua calda sanitaria.
Un edifico in classe A avrà un fabbisogno minore di energia rispetto ad uno in C e così via. Si tratta di un indice sintetico, utile per dei rapidi confronti. Il valore numerico corrispondente è riportato sotto il nome di “prestazione energetica globale”, rappresenta il fabbisogno di energia dell’edifico e permette dei confronti più accurati.
Per la prestazione estiva, vale una cosa simile. Il valore numerico è riportato sotto il nome di “ prestazione raffrescamento” a cui corrisponde una classe per un confronto immediato. In questo caso le classi sono 1°, 2°, 3°, 4°, 5°. Un edificio in classe 1° avrà un fabbisogno di energia minore di uno in classe 5°.
Altre informazioni utili possono essere ricavate dalle “raccomandazioni”. Si tratta di uno o più interventi che il certificatore ritiene utili per migliorare le prestazioni dell’edificio.
Infine sono riassunti dati sulle caratteristiche degli impianti: anno di installazione, combustibile, impianti da fonti rinnovabili, rendimento ecc. utili per una valutazione sintetica degli stessi.

Ai fini della valutazione delle prestazioni energetiche le altre informazioni presenti sul certificato sono meno interessanti. Si tratta di informazioni che permettono di identificare il bene a cui il certificato si riferisce, i tecnici coinvolti nel processo edilizio, il certificatore ecc.

Come usare il certificato
Il sistema di certificazione dovrebbe orientare il mercato verso gli edifici a migliore rendimento energetico e aiutare i consumatori nella valutazione energetica degli immobili. Questo obiettivo è conseguibile perché il certificato energetico, redatto secondo modalità comuni, può permette un facile confronto tra immobili diversi anche a soggetti privi di particolari conoscenze tecniche.
Elementi essenziali del sistema di certificazione, che rendono possibile tale confronto, sono i requisiti professionali ed i criteri per assicurare la qualificazione e l’indipendenza dei soggetti certificatori. Tali criteri contribuiscono, infatti, a garantire una applicazione omogenea della certificazione energetica. In assenza di essi i certificati possono essere redatti da tecnici con qualifiche e requisiti differenti, ma in particolare rischia di venire meno l’indipendenza del soggetto certificatore. Nella pratica, infatti, il certificatore è un attore deboli del processo edilizio. La certificazione è spesso interpretata come un onere aggiuntivo o come uno strumento per qualificare sul mercato l’immobile in vendita. Questi atteggiamenti si traducono in forti pressioni sul certificatore affinché conduca in modo sommario le sue indagini e favorisca le prestazioni energetiche dell’immobile.
Non essendo ancora stato emanata la parte di normativa riguardante proprio la disciplina dei soggetti certificatori, la certificazione secondo il sistema nazionale, al momento, potrebbe non soddisfare appieno gli interessi del consumatore.
Da questo punto di vista sembrano più efficaci altri sistemi di certificazione degli immobili, presenti sul mercato italiano, nei quali il certificato è rilasciato da un ente di certificazione, anche di natura pubblica, ed in cui sono previsti protocolli di controllo e collaudo delle opere edilizie eseguite.

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